martedì 25 novembre 2014

Barthelby parte III

Non gli rimaneva che mettere in atto i suoi propositi per il resto della vita. Barthelby pensò che la prima cosa da fare fosse smettere di pensare, ma il pensiero di non pensare era impensabile anche per lui (e francamente, caro lettore, sarebbe stato noioso seguire i pensieri di un uomo che non pensa un minimo), convenne con se stesso che la strada giusta da imboccare era quella di pensare fuori dagli schemi: non preoccuparsi più delle conseguenze delle proprie azioni, non pianificare nulla né tantomeno adattare il suo agire a cazzate come il pensiero degli altri o la fiducia nei mercati.
"Forse dovrei procurarmi dell'alcol per confondere meglio i miei pensieri" pensò tra sé mentre camminava verso il supermercato vicino. Entrò senza farci caso e iniziò a gironzolare fra i reparti con lo sguardo sperso tra le fughe del pavimento.
Camminava dentro al supermercato riflettendo sulla sua funzione, pensò a tutti i supermercati di tutto il mondo e, sebbene non ne avesse visti molti altri in altre parti del mondo, comunque né più né meno quanti possa averne visitati un uomo/ragazzo della sua età (il pensiero del numero esatto di supermercati da lui visitati lo tenne occupato per una mezz'oretta senza riuscire a ottenere un cazzo di dato matematicamente esatto), era certo che ognuno di essi avesse ben poco di diverso dagli altri, supermercati, cinema, centri commerciali, pompe di benzina, sono tutti non-luoghi identici in ogni parte del mondo, da qui o da un'altra parte non cambia una virgola, è come essere ovunque e da nessuna parte: "Dio solo sa quanti studi ci saranno riguardo alla 'corretta' - e pensò a lungo se quella parola avesse realmente senso in quel contesto - distribuzione della merce nei supermercati. Sempre la stessa, eppure, quando ti serve quel cazzo di pangrattato non lo trovi mai."
Pensare al pangrattato lo riportò sulla Terra: era riuscito a passare qualcosa come un'ora nel supermercato senza comprare da bere (il motivo apparente per cui doveva esservi entrato, vai cazzo!), in più aveva attirato l'attenzione di parecchi commessi in polo blu, palesemente incuriositi, quando non estremamente infastiditi, dalla sua presenza; con una mossa a sorpresa si presentò alla cassa e arraffò un discreto numero di orsetti gommosi, solo a lui era chiaro il perché: "lo zucchero incrementa l'effetto dell'alcol" - o qualcosa del genere. Uscito dal supermercato tentò l'en plein rovistando tra i cassonetti dell'immondizia lì fuori in cerca del famoso alcol di cui sopra; vennero fuori in tre in camice verde (ma non era grigio?) ma Barthelby li evitò scantonando lesto su una strada secondaria e si allontanò di corsa.

Bisogna che ti avverta, gentile lettore, che non ho idea di dove Barthelby si stia andando a cacciare, né tantomeno se almeno uno, tra lui, me e te, ci guadagnerà qualcosa andando avanti. Visto che, fortunatamente, non siamo in un libro, posso chiederti se finora ti sei annoiato o appassionato, e tu puoi rispondere quello che ti pare. Personalmente sono intenzionato a correre dietro a Barthelby finché il fiato mi regge, se mollo vedi un po' tu.

2 commenti:

Unknown ha detto...

curre curre waglio!!!

Matthew Charles Withree ha detto...

Piaaaaano che già boccheggio :D