sabato 11 agosto 2012

Dieci agosto - Due Donne (Una Prigione)

E siamo qui, nel pieno di una vacanza che non è una vacanza: l'estate di solito è periodo di sole, mare, divertimento, ombrelloni, alcol, gnocca e via discorrendo, ma grazie alla nobilissima istituzione universitaria l'estate diventa caldo, noia, noia, noia, caldo, libri, fotocopie, cazzi, mazzi, sonno, letto. Evvabbè ci tocca e lo facciamo. Eppure, in questa calda notte di San Lorenzo, è impossibile non tenere il naso all'insù e contemplare il magnificente spettacolo del pianto di stelle pascoliano, a menoché non si preferisca la solita navigata notturna in internet per venire a visitare questo caro blog, nel quale, ecceziunalmente, è possibile incontrarsi con l'altra categoria che non passerà la serata a scrutare il cielo:  le stelle! (se siete curiosi di sapere qual'è il vostro profilo migliore visti dalle stelle vi consiglio di dare subito un'occhiata)

Ciò detto, mentre qui dietro continua la processione della Madonna, vi lascio con qualche riflessione su un'altra donna, che in realtà è due donne o forse più, oppure è una prigione, ma per ora limitiamoci a queste due poi un domani chissà! Ecco a voi... Due Donne (Una Prigione)


I.

Tu sei il fantasma di cose
Che non esistono più
Sei rottami di ricordi
Frammenti di circuiti
Vomitati dalla discarica del cuore

Tu sei i ruderi di una torre
In cui morirono le promesse
La ruota spezzata
Di legno dorato
Della carrozza dei sogni.

Ho bisogno di trascendere
Di fuggire da una prigione
Che ha occhi, non pareti,
Trovare una dimensione
O svanire
Nell'umido delle tue porte
Avvelenate d'Amore.

II.

Dev'esserci ancora
Sotto la tua elastica pelle,
Capelli di seta, l'abito turchese,
Una cella che ha per sbarre
Le tue ossa,
Dove nascondi, sacello malato,
La donna che eri.

Lei, lei viene
Per il piacere
Viene per me,
Viene da te,
Apri la sua gabbia
Lasciala andare
Lei mi saprà stanare
Allora potrai, tesoro,
Stringermi per sempre
Tra le tue ossa,
Darmi in pasto
Alla tua rabbia.

sabato 28 luglio 2012

Lo scugnizzo dell'Ammmore

Finalmente torno a scrivere sul blog, ho trascurato fin troppo la mia criatura, rischiando così di stroncare la sua florida esistenza! Purtroppo in questi oscuri tempi di crisi le cose da fare sono tante e bisogna ahimé non solo fare una selezione delle cose che sono importanti e quelle che non lo sono, ma anche tra quelle importanti bisogna dedicarsi a quelle che hanno una scadenza e quelle che "possono aspettare", il blog a malincuore è finito in questa seconda categoria ma, anche se le scadenze sono veramente tante, ogni tanto bisogna anche infischiarsene. Così faccio una volta tanto, anche se posso solo scrivere queste poche righe, vi lascio questa mia piccola poesia, certe cose, certe parole possono sembrare trite e ritrite, ma non si possono mai dare per scontato. E allora vi mando un bacio e vi lascio a... Ti bacio.




Ti bacio,
Dopo tanti anni
E un fremito familiare
di antichi tesori
perduti
appena ritrovati
Io sento.

Ti bacio,
E il vecchio blues
Per farmi addormentare,
Che non sapevo cantare,
Ancora non ha parole
Solo note.

Ti bacio,
E le domeniche dai nonni
Nei più felici tra gli anni,
I loro visi come di cretto
Nel secco fango
Io piango.

Ti bacio,
E la capsula del tempo
Nella vecchia cassapanca
Delle vecchie cianfrusaglie
Mi conduce in un momento
Rapito dall'eternità.

venerdì 22 giugno 2012

Tutto

Sortita sul blog rapida, sebbene il mio piccolo spazio meriti molte più attenzioni, purtroppo tra impegni e shampi che rendono inaspettatamente ciechi, sono costretto a queste apparizioni fugaci come fugace è una piccola poesia che mi sta molto a cuore.
A presto!!!


Il tasto bianco che
Contiene ogni melodia
Nel silenzio risuona
D’incredibile pienezza
                          Tutto

venerdì 4 maggio 2012

La radiazione residua (Il Fiore del futuro)

Non visito il mio blog, non scrivo (ne qui ne altrove) da...due mesi? E devo dire che non ho mai visto questi miei piccoli Intermezzi tanto frequentati, con sgomento immane annunzio solennemente la distruzione della soglia delle 3000 visite, segno che questa mia piccola creatura gode di vita autonoma da quella del suo creatore e di questo vi ringrazio! La mia gioia è paragonabile solo a quella di mamma lucertola che vede diventare grandi i figli nati dalle uova che non ha mangiato!

La mia espressione nell'apprendere le statistiche del blog

Ed eccola lì mamma lucertola, mentre vede l'appressarsi della maturità dei pargoli

Naturalmente fa anche un po' impressione pensare che tutto questo accadeva sotto i miei occhi, forse troppo distanziati tra loro, ognuno impegnato a guardare chissà dove e a tralasciare ciò che si ha davanti, se a questo aggiungiamo che le lucertole hanno gli occhi sulle tempie il ribrezzo è inevitabile...
Ma basta parlare di rettili! Parliamo un po' di come è trascorso il tempo, di cosa ci ha tenuto lontani da ciò che volevamo, di come si potrebbe "giustificare" il tempo passato a fare "qualcos'altro", alle volte sono gli impegni, altre i pensieri, altre ancora la malattia, nel mio caso può essere tutto questo, oppure la pigrizia: l'oscuro male di questa nostra epoca, un tempo conosciuto come dolce-far-niente, prima ancora come "l'insopportabile piacere dell'inane", oggi Fancazzismo.
No, non sono stato del tutto onesto con voi, o forse lo sono stato ma mi appresto a non esserlo con me stesso, però capitano delle volte in cui si hanno altri pensieri per la testa (chi mi conosce può aver sentito spesso questa frase, ultimamente) che conducono ad altri e ben più nobili scopi le altissime vette del pensiero, lasciando quel che resta di noi e del nostro tempo a sforzarci di far le cose che ci interessano con la radiazione residua dell'attività cerebrale o, più probabile, a giacere inermi e (ancora) inàni nella tipica posa di mamma lucertola (di nuovo lei) che aspetta di ricaricare le pile al sole, 
Dico tutto questo perché infondo voglio solo scusarmi con voi e (soprattutto) con me stesso, per non aver scritto tutto quello che ho immaginato (comunque poco), e perché spesso, anche nelle cose che più amiamo, abbiamo bisogno di costrizioni. "Io mica ti costringo" dicono le fanciulle agli spasimanti (anche se li costringono eccome), e invece no! Bisogna sempre costringersi! Per chi, come me, lo stress è la condizione fondamentale per svolgere qualsiasi cosa, è necessario porsi degli obblighi, per non soccombere alla noia, per non rimanere, come mamma lucertola, ad attendere il sole.

Concludo questo nuovo post con qualche verso che ho messo insieme la settimana scorsa, giusto perché non sono stato proprio inàne inàne


Parafango ammaccato,
Cartellone falciato,
Gioielli di cerchioni
Al collo d'asfalto.

Camminano sul ciglio
Col sole a taglio
Corona di lamiera
Portano i fedeli
Con fede sincera
Intonano lamenti,
Robotici pentimenti,
Diretti, come sciame
Al fiore che nasce sul catrame

Ciappe di carbonio
E Aghi d'acciaio,
Granata a frammentazione
Il frutto maturo
Del fiore del futuro

lunedì 5 marzo 2012

Verseggiamenti bisestili

Questa roba risale a giorno 29 febbraio (lo specifico) 2012: una data da far accapponare la pelle e da far schiumare di un umore verdognolo il bordo della bocca del più navigato numerologo. 29 febbraio... vogliamo scherzare? Non esiste nulla di più assurdo di una data come questa, gente che fa il compleanno una volta ogni quattro anni!!! E per giunta del fatidico duemileddodicichecidevefinireilmondo. Se sopravviviamo a questo si può sopravvivere anche ad una nuova ondata di Neo-nazisti che cercano di sterminare i vampiri e noi si è proprio vampiri!
Ad ogni modo... il mistero di questa data si infittisce se consideriamo il fatto che in tale stravagante data ho ripreso in mano una penna, sia metaforo-metonimicamente (dato che non scrivevo da parecchio, soprattutto poesia), sia letteralmente (visto che in genere scrivo nemmeno su uòrd ma su open-offìs). Cose altrettanto strane sono l'argomento della poesia, gli schemi numerologici che ho cercato (e trovato) su questi vesti (e che custodirò nel mio quaderno segreto e li rivelerò solo alla mia morte) e, non ultimo, il fatto che sto scrivendo oggi (4 marzo) ma che pubblicherò chissà quando (novità assoluta per questo blog su cui scrivo di getto). Signore e signori... a voi!

P.s. dimenticavo che qui avete anche il link del mio ultimo pezzo per 60 pezzi


Un bacio maledetto
alla bocca sinusoide
che compenetra il perfetto
cerchio delle labbra
più infedeli
Inadatte al tradire
gli amanti uguali
maschere di vita,
trionfi di tutti i mali.
Intorbidi le menti,
guarisci i dolori,
rimescoli sentimenti
in grigi multicolori.


E ricordo il torpore
del risveglio dal viaggio,
la fiacchezza ed il dolore
di chi torna dal miraggio
del sepolcro di Salomone.

domenica 4 marzo 2012

4 marzo 2012

Non voglio dilungarmi troppo, non voglio ripetere cose che sono già state dette fino alla nausea dai tanti "agiografi" e novellatori televisivi, cresciuti come funghi o - per meglio intonarsi con l'ambiente di Intermezzi - sbucati fuori come lumache dopo il temporale. Tanta è la voglia di dire la propria - l'apparire in tv, chiaramente, è conseguenza del tutto circostanziale - sull'inaspettata scomparsa del Grande Lucio e per Grande intendo Dalla.
L'intenzione di questo post non è ne criticare ne tantomeno ricostruire la vita di questo "ultimo grande giocoliere della musica italiana" come qualcuno l'ha felicemente chiamato, vorrei piuttosto ricordare con le sue canzoni il contributo che, attraverso le stesse, ha dato a chi in questo momento si trova a scrivere su questo blog. Poco importa se queste parole e queste note si perderanno nel vasto mare delle consacrazioni postume che inonda schiumoso le coste dei mezzi di comunicazione, quel che importa è ricordare come l'opera di un uomo lo mantenga vivo al di là degli anni che ha vissuto, come le sue parole vadano ben oltre il momento in cui le ha pensate, scritte e pronunciate.
Ho scelto quattro canzoni che, badate bene, non sono la colonna sonora di una vita, cliché quanto mai abusato, - vorrei vedere quanti di quelli che hanno detto questa frase ascoltavano abitualmente la musica di Dalla- ma sono parti essenziali di ricordi e momenti che vanno da "l'altra sera, in macchina, cazzeggiando in allegria" fino a ricordi "preistorici" da prima infanzia; in quest'ordine ve le propongo, e scusate se, per caso ci sono in mezzo delle grandi canzoni.



A queste, come a tutte le cose dell'infanzia, tengo particolarmente

sabato 3 marzo 2012

Gino del Bronx

Dopo il mio lungo e litigioso peregrinare, dopo viaggi e sorprese (mal) riuscite, eccomi di nuovo a scrivere sull'amato blog. Voglio essere breve, anche più breve della pagina di quaderno riportata dal breve soggiorno catanese e che a voi riporto tramite questo mio amato inter-spazio. Tra un momento di studio (poco) e uno di scazzo (copioso) è nato un altro mio piccolo eroe, spontanea sorge la domanda: avrà vita lunga? Morirà su questa pagina? Nescio -direbbero gli antichi- non poniamo limiti al vivere quanto al morire. Ma mi sono dilungato fin troppo... signore e signori, ecco a voi Gino del Bronx

P.s. Come forse avrete già capito il Bronx cui si fa riferimento non è il celeberrimo sobborgo di New York. Se lo è, dev'essere un posto molto strano.

Gino del Bronx e le (vie) traverse

Gino guidava la sua vecchia 126 manco fosse Tazio Nuvolari con la maschera tagliente. Rombando tra le vie del Bronx, pensava alla sua stretta parentela col fallimento: un legame viscerale, più solido della carrozzeria di quel suo ferro da passeggio direttamente dal '77; fallimento delle sue aspirazioni, fallimento dei suoi compiti in classe al liceo, fallimento della vita sociale sua e del suo paese. Il vecchio suolo natio che s'era fatto fottutamente vecchio tutto d'un tratto nell'estate del '98, non che l'età gli permettesse di ricordare poi molto della vita sociale del suo paese in quella lontana estate del '98 che era, per lui, l'origine ogni male, legata com'era al ricordo di quel maledetto mondiale in Francia. -Fottuto Di Biagio - pensò - fottuta traversa.- Non c'è più spazio per la redenzione quando il tuo primo ricordo calcistico è quello di una sconfitta, ti abbatte il morale per sempre, torni sempre a quel ricordo non appena puoi: quando vieni rimandato a un esame come quando fai l'amore con la tua ragazza, c'è sempre quel rigore, e nessun POO-PO-PÒ-PO-PO-POO-POO ti può guarire da una simile ferita. E ripensi che stai lì, sulla tua 126, che non ti può salvare neanche Jim Morrison con tutti i riders on the storm del mondo, sei solo, tra quelle vie traverse, tra le rocce laviche del Bronx, mentre vomiti bestemmie dopo una sbronza umorale di malessere. E intanto pensi a quel rigore e alla traversa da imboccare e intanto batti quel rigore e hai sbagliato strada e tutta la ragionevolezza del tuo essere, che ti ha preservato vivo e annoiato fin qui, se ne va a quel paese e ti accorgi che la via che hai imboccato è quella sbagliata e la palla finisce sugli spalti.

mercoledì 22 febbraio 2012

L'autoerotismo nella Forza e i Ritorni al futuro

Ebbene si, trovo finalmente un momento da dedicare al mio amato blog nell'ultima ora di questo cinereo mercoledì delle ceneri in cui non c'è assolutamente un tubo da fare. L'unica soluzione, senz'altro la più naturale tra le tante proposte dall'assoluta apatia della serata brontese, sarebbe dunque, come prescrive il buon Lucio Dalla, darsi all'autoerotismo...

 ...Ovviamente non ci si può arrendere senza combattere e dunque siamo qui a discutere delle infinite possibilità di dibattito che l'argomento ci offre con desiderio, oserei dire.
Dopo un giro con la fuoriserie (la 126), ascoltando quella che è ormai a tutti gli effetti la colonna sonora di tutti i miei momenti critici (Comfortably Numb), mi metto a ripensare a....Fap fap fap... alle significative onomatopee che mi ronzano in testa: gli anglofoni, che da tutto sanno tirarci fuori un verbo, hanno dato lo statuto ufficiale di termine della lingua inglese al famigerato fap fap fap, c'è ad esempio il verbo to fap (che se lo cerchi sul dizionario d'inglese, il pinguino, nun lo trovi) che può diventare fapping e via discorrendo. 
Certamente adesso mi chiederete: "Ma che ce ne frega a noi di questo fap fap fap?". Ebbene, l'onomatopea nasce (e se non ci nasce quantomeno io l'ho conosciuta così) con l'immagine qui sopra, una delle tante parole fumettistiche che descrivono... si...insomma... l'autoerotismo, direte voi, eppure in questo particolare caso ci troviamo davanti ad un meme.
I memi (o è singularia tantum? Boh) sono tra le cose più utili (il che la dice lunga) che la rete (in particolare i soscial netuorc tipo feisbuc) ci offre, risvegliano la fantasia e il l'emisfero nerd del cervello (la cui sede, rintracciata dalla scienza, è sotto le ascelle, tra le ghiandole sudoripare e i bulbi piliferi) degli internauti, e non è poco, e soprattutto fanno morale, affrontando anche temi scabrosi quali...si...cioè... l'autoerotismo con una goliardia che quando sei lì lì sul punto di evirarti a ceffoni, ti può salvare la virilità.
Rigettato nello sconforto da queste agghiaccianti rivelazioni sull'attualità dei memes (come è bello il plurale all'inglese, quello che aggiungi la s alla fine, come nello spagnolo, e sei coperto da Gibilterra alla Manica), rimane il problema di come passare quel che resta della serata senza scadere nel patetico o, semplicemente, nel "normale". Ci vuole qualcosa di epico, un gesto di incredibile superiorità artistica...e c'è solo un uomo che può aiutarmi!




Corro a prendere il dvd e, dopo il mio ritorno a Intermezzi, capisco che è il momento di Ritorno al futuro!



 Alla prossima! Ci rivediamo nel futuro (o nel passato!)
  



Purtroppo per il saggio maestro Yoda troppo tardi questo post giunto è!
 

domenica 5 febbraio 2012

Ritorni e tate

Oggi proprio non ce l'ho fatta a rimanere lontano dal blog, lo stato di abbandono in cui versa da più o meno un mesetto grava sul mio fragile cuore, non era mia intenzione abbandonare il mio amato barcone...
 
Simpatica immagine che sintetizza  in un'unica metafora abbandono del blog e l'altro abbandono navale a cui  ci si riferisce...


A mia (vana) giustificazione, oltre al classico "c'è buio", posso solo dire che altri impegni mi hanno tenuto lontano dall'alto compito di nutrire le amate pagine di Intermezzi, tra questi gli esami che spero di superare quanto prima, così da poter tornare alle mie consuete mansioni di Inter-Giullare.
Nell'attesa del mio ritorno, cara moltitudine di lettori, vi lascio con l'ultimo articolo che ho scritto per 60pezzi e la notizia che finalmente ho finito di vedere tutte le 5 stagioni della Tata!